1 maggio 2011

CONFINDUSTRIA APPOGGIA IL SISTEMA BRITANNICO DEI CD. INCOME CONTINGENT LOANS

Negli ultimi mesi ho scritto diversi articoli sui pregi del sistema britannico di prestiti agevolati per gli studenti universitari (17 ottobre 2010, 10 novembre 2010). Da poco anche Confindustria, nel riconoscere il ritardo dell’Italia negli studi universitari, ha dichiarato di supportare questo sistema.

Nel documento “Italia 2015”, Confindustria delinea alcune delle misure che potrebbero rilanciare la crescita economica del Paese. Nel capitolo dedicato all’istruzione, il documento dichiara che la prima misura da attuare in questo settore è “l’istituzione di borse di studio e prestiti agli studenti il cui tasso di interesse sia legato all’entità delle maggiori retribuzioni future (income contingent loans). Secondo Confindustria, questo risulterebbe in un aumento del tasso di giovani che decidono di iscriversi all’università e li responsabilizza nella scelta dei corsi oltre a diminuire per i beneficiari la dipendenza dalla famiglia di origine e premierebbe gli atenei migliori, che verrebbero scelti con maggiore frequenza nelle iscrizioni.

Per rendere questa misura efficace, Confindustria propone inoltre di eliminare il tetto che limita al 20% del finanziamento statale le entrate ottenute con le rette universitarie, per consentire un maggior contributo degli studenti al costo della formazione. Ammiro anche questa proposta. Lo Stato italiano, purtroppo, non può permettersi di sostenere i corsi delle tasse universitarie di tutti gli studenti senza che la qualità delle nostre università venga compromessa. È quindi importante che l’Italia trovi un modo innovativo per dare la possibilità a tutti gli studenti di accedere all’università a prescindere dal loro background. L’introduzione degli income contingent loans potrebbe essere uno strumento innovativo per raggiungere questo obiettivo.

Come ho già fatto nel post del 10 novembre scorso vorrei sottolineare i pregi del sistema di prestiti per studenti britannico.

In Inghilterra, tutti gli studenti europei hanno accesso a prestiti agevolati tramite la student loan company che gli permette di pagare tutte le tasse universitarie e parte del costo della vita quotidiana (1000 pound a trimestre). Una volta laureati, gli studenti devono ripagare il debito solo una volta che guadagnano almeno 15,000 pound (secondo la Browne Review questo threshold dovrebbe salire a 21,000 pound). La quota che il laureato deve ripagare è determinata dal suo salario, dovrà infatti pagare il 9% della sua busta paga mensile. Se dopo 25 anni il debito non è ripagato completamente, il rimanente viene ripagato dallo stato.

Questo sistema è efficiente perché da la possibilità alle università di diventare autosufficienti senza dover pesare troppo sullo stato. E’ anche un sistema che non sfavoreggia le classi meno abbienti per due motivi:
 
  1. I laureati meno fortunati che non riusciranno a trovare un lavoro redditizio dopo l’università’ non sono obbligati a ripagare il debito e sono protetti dallo stato che copre questo rischio. Se i laureati dovessero trovare un lavoro appena oltre il threshold di 15,000 pound (o 21,000 pound secondo le nuove proposte) le rate per ripagare il debito rimangono comunque proporzionali al reddito (il 9%).
  2. L’82% dei lavoratori inglesi non ha una laurea (in Italia l’86%) (Nicholas Barr 2004). Inoltre, il 90% del 18% dei lavoratori che hanno una laurea vengono dalle classi sociali più alte. Finanziare l’università tramite le tasse è quindi un sistema estremamente regressivo dove le classi sociali più basse finiscono per finanziare gli studi dei figli delle classi sociali più alte (guardate post del 17 Ottobre 2010).

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