16 luglio 2012

INTERVISTA A FABIO PINNA, DIRETTORE DELLA SCUOLA ESTIVA DEL WIDENING PARTICIPATION PROGRAM DELL'LSE



Per il post di oggi abbiamo intervistato Fabio Pinna, PHD student e docente di organizzazione industriale alla London School of Economics e, da quest’anno, direttore della scuola estiva in economia del Widening Participation Program (WPP), un programma che cerca di contrastare la dispersione scolastica e di incoraggiare studenti provenienti da situazioni più’ svantaggiate ad accedere alle migliori università inglesi. A good opportunity to learn from best practices!

Fabio, parlaci un po’ del WPP?
Il WPP e’ un programma che la London School of Economics and Political Science (LSE) ha creato - su suggerimento del governo britannico – per aiutare adolescenti provenienti dalle scuole pubbliche delle zone più svantaggiate di Londra ad accedere agli atenei più prestigiosi del Regno Unito, come appunto la LSE. Unici requisiti per partecipare al programma (i) non avere genitori o familiari che abbiano frequentato l’universitá’(ai) avere un curriculum accademico eccellente. La presunzione del’opinione pubblica, del governo e del WPP e’ quella che questi ragazzi, pur mostrando di possedere abilità accademiche eccellenti, raramente riescono ad accedere ai più’ prestigiosi atenei britannici a causa (i) dell’assenza di figure che motivano loro a continuare gli studi in istituzioni prestigiose e (ai) delle poche capacita finanziarie a disposizione della famiglia.

Com’é stato per te dirigere la scuola estiva del programma?
Personalmente e’ stata una delle esperienze di insegnamento più entusiasmanti della mia vita. Primo perché era una sfida personale insegnare economia ad un audience cosi giovane e totalmente non tecnica. Due perché ho avuto modo di mostrare a questi ragazzi come l’economia viene applicata nella finanza - grazie ad una visita organizzata da Mr Emilio Grisolia a Credit Suisse in Canary Wharf – come questa viene usata nei paesi in via di sviluppo per cercare di ridurre problemi legarti alla povertà - grazie alla’intervento di Professor Oriana Bandiera esperta mondiale di economia degli incentivi e economia dello sviluppo alla LSE - e nei paesi più ricchi per gestire problema legati alla sicurezza alimentare - grazie alla’intervento di Mr Derrick Jones (capo economist della Food Standards Agency). Tre perché ho avuto modo di capire quanto di buono c’e’ a questo mondo se davvero abbiamo la volontà di scovarlo e motivarlo.
E’ un dato di fatto che alcune “classi sociali” faticano per raggiungere i vertici della società. Ma e’ altrettanto vero che questi problemi si possono alleviare se esiste la volontà da parte dei ragazzi, del governo e delle università’ di voler affrontare queste situazioni con serietà e professionalità. Tra le cose he mi hanno sorpreso positivamente posso menzionare la consapevolezza di questi ragazzi riguardo la loro situazione di partenza e la serietà nel cercare di capire come raggiungere i loro obiettivi. Un altra cosa che mi ha impressionato e’ la serietà con cui i dirigenti del WPP selezionano i direttori e gli assistenti che andranno a lavorare per e con i ragazzi durante la scuola estiva: estrema attenzione nella selezione dei candidate e remunerazioni finanziare comparabili agli anni iniziali di un lavoro in finanza.

Il tuo ruolo nel programma era quello di motivare e di insegnare. Tu invece cos’hai imparato?
Che lezione ho imparato da questa esperienza? Nella vita esistono vari ostacoli. Un modo per cercare di superarli e preparasi ad affrontarli con serietà e determinazione. Per fare questo una serie di fattori sono necessari tra cui il supporto della comunità o della famiglia. Ma un fattore é ancora più importante: cercare di capire i nostri obiettivi, le risorse necessarie per raggiungerli e le risorse a nostra disposizione. La nostra determinazione e motivazione farà in modo di trovare le risorse mancanti per realizzare I nostri sogni.

9 luglio 2012

THE IMPACT OF HIGHER EDUCATION FEE INCREASES



I wanted to share with you an article written by Jeevan Vasagar for the Guardian's website which describes how higher tuition fees are impacting UK students' university choices. Lower overall UCAS applications and significant declines in applications for arts degrees: are students becoming more responsive to labour market incentives? 

A band of English universities charging higher tuition fees have suffered steep drops in applications for study this September, according to official figures.

The total number of applicants to all British universities has fallen by 7.7%, with a 10% drop in the number of English applicants, according to the Universities and Colleges Admissions Service (Ucas).

Among those universities with larger undergraduate intakes, the University for the Creative Arts had the steepest drop in applicants, with 6,842 applying by the June deadline compared with 9,664 last year, a decline of 29.2%. The University of Derby saw application figures fall by 25.4%, while Surrey had a drop of just over 20%. The University of the Arts London and Sunderland, Sheffield Hallam, Manchester Met and Leeds Met university have also experienced sharp declines in applications.

Overall, just over 618,000 candidates applied for places at university this September. Demand for a university education still massively outstrips supply; a total of 492,030 students were accepted at UK universities last year.
Applications to study at Cambridge were up 2% on last year, while the number of candidates for Oxford declined by 0.6%.
In an analysis accompanying the data, Ucas said about 15,000 English 18-year-olds who might have been expected to apply for university this year did not do so, even after factoring in a decline in the overall numbers of 18-year-olds in the population this year. The analysis says 15,000 fewer 19-year-olds applied this year than would have been expected.

The decision to let universities raise undergraduate fees to a maximum of £9,000 a year provoked widespread public anger and dented the credibility of the Liberal Democrats. The junior coalition partner had gone into the general election promising to phase out fees.

According to Ucas, there has been a sharper fall in application rates for young people from wealthier backgrounds, compared with poorer teenagers. The trend in recent years has been for larger increases in applications by candidates from less advantaged backgrounds. Taking this into account, the proportional fall becomes more similar across social backgrounds, Ucas says.

Higher fees have not deterred candidates from particular courses. Most courses that candidates have applied for have maximum fees at or near £9,000. The average 2012 tuition fee for English applicants is £8,527.

Applicants from both rich and poor backgrounds are making "much the same choice" of courses as in previous years. There has been no increase in the proportion of students wanting to stay at home to study, which remains at around 20% for English, Welsh and Northern Irish applicants, and 40% for Scottish.

The Ucas chief executive, Mary Curnock Cook, said: "This in-depth analysis of the 2012 applications data shows that, although there has been a reduction in application rates where tuition fees have increased, there has not been a disproportionate effect on more disadvantaged groups.
"The 10% decline in applications to English institutions reported in regular Ucas statistics is more properly interpreted as a reduced young application rate of about 5% after correcting for falling populations. Application rates for older applicants have declined slightly more – by about 15%-20%."

Nicola Dandridge, chief executive of Universities UK, which represents vice-chancellors, said: "These figures confirm that the fall in applications is far less dramatic than some were predicting for this year. We must remember that the numbers here relate to applicants, not places. There will still be considerably more people applying to university this summer than there are available places."

Sally Hunt, general secretary of the University and College Union, which represents lecturers, said: "These figures once again highlight the folly of hiking up tuition fees to £9,000 and making England one of the most expensive countries in the world in which to access higher education."

25 aprile 2012

LE OPPORTUNITÁ ALL'ESTERO ESISTONO PER TUTTI I BUDGET


Ieri su Linkiesta é stato pubblicato un articolo provocatorio sul commento di Beatrice Borromeo (collaboratrice di Santoro in AnnoZero nonché modella) che consiglia ai giovani italiani di emigrare all’estero per seguire i propri sogni e realizzarsi, magari con un bel master alla Columbia .

«Nella vita bisogna rischiare, bisogna avere la voglia di deragliare dalla strada che tutti davano per scontata, di fare qualcosa di più, di ottenere di più, di diventare i migliori, qualunque sia il proprio campo».
Sono queste le parole di Beatrice nella cover story del settimanale A di questa settimana.

Appena ha aperto bocca la cosidetta macchina del fango si é subito messa in azione. Leggendo i commenti della Borromeo é naturale che ci venga da pensare “grazie al c—zo, facile a dirsi per te che te lo puoi permettere”.

Un M.S. in giornalismo alla Columbia  costa l’impressionante cifra di $55,546 una volta incluse le tasse universitarie, l’assicurazione medica e i costi di iscrizione. Non certo un sogno alla portata di tutti. Anzi, un sogno che pochissimi possono permettersi.

Se peró lasciamo alle spalle il background della giovane reporter-modella e valutiamo il suo consiglio con obiettivitá ci accorgiamo che, in fondo, non ha tutti i torti. Come ho sempre detto, fare un’esperienza all’estero é un passaggio fondamentale per la crescita professionale e personale di un giovane (e non solo). Mettersi a confronto con altre culture, imparare una nuova lingua, seguire i corsi di un’universitá straniera, sono tutte esperienze che ci aprono la mente, che ci rendono piú flessibili e ci consentono di vedere il mondo da un’altra prospettiva. Tutte caratteristiche necessarie per adeguarsi all’evoluzione vertaginosa  dell’attuale mondo del lavoro. 

Quello che l’articolo di Linkiesta non ci dice é che un master da $55,000 non é l’unica opzione per vivere queste esperienze. Ci sono mille modi per andare all’estero senza spendere troppi soldi, o magari guadagnandoci anche qualcosa. A Bruxelles le istituzioni comunitarie offrono tantissimi stage per giovani europei (Eurobrussels é un buon sito per cercare internship a Bruxelles), a Londra é facile trovare lavori part-time, magari da abbinare a un master ( e ce ne diversi con costi piú modesti), Australia idem. E perché non fare un semplice Erasmus?

Le opportunitá esistono per tutti i budget! Let’s not hide behind excuses or destructive pessimism!

4 aprile 2012

I COSTI DELLE UNIVERSITÁ (UPDATED VERSION)

La maggior parte delle università inglesi sono private. Bisogna quindi pagare se si vuole partecipare ai corsi.  Sino al 2010 le tasse avevano un tetto di 3.290 sterline l’anno per le lauree triennali per tutti gli studenti europei (gli studenti non-EU arrivano a pagare anche più di 15000 sterline l’anno). 

Con la riforma di Lord Brown, il senatore incaricato dal governo Cameron-Clegg di ridurre i costi legati alle universitá inglesi, la situazione é purtroppo cambiata drasticamente.

La riforma Brown ha portato alla liberalizzazione delle tasse universitarie e ora gli atenei inglesi sono liberi di aumentare le tasse a loro piacimento (anche se sesite un tetto indiretto di 9000 sterline). Le migliori universitá, per l'anno scolastico 2012/2013, hanno di conseguenza triplicato il costo dei loro corsi undergraduate. 

Oxford, Cambridge, UCL e Durham, ad esempio, faranno tutte pagare 9000 sterline all'anno (i BA durano tre anni in Inghilterra quindi il costo totale sarebbe 27000 sterline). La LSE invece ha deciso di optare per un prezzo leggermente piú conveniente: 8500 sterline all'anno.

Nonostante questo possa sembrare proibitivo per la maggior parte delle famiglie Italiane, la Gran Bretagna ha un ottimo sistema di prestiti per studenti. Questi prestiti danno la possibilità allo studente di prendere in prestito i soldi necessari per pagare le tasse e il costo di vitto e alloggio durante il trimestre (sino ad un massimo di 1000 pound per trimestre). La caratteristica più interessante di questo prestito, che offre tassi super-agevolati, è che un laureato deve solo iniziare a ripagare il debito quanto ha un lavoro e guadagna oltre i 15000 pound all’anno. Inoltre, il laureato deve solo pagare una percentuale del suo stipendio, all’incirca il 5%. Questo sistema cerca di trasferire il costo dell’istruzione universitaria dai contribuenti agli studenti e, se si pensa che l’82% dei lavoratori inglesi non ha una laurea è facile capire perché sia ingiusto finanziare il costo degli atenei tramite le tasse (Nicholas Barr 2004).

I prestiti per gli studenti danno la possibilità di iscriversi all’ateneo di propria scelta a chiunque, senza discriminazioni di background sociale. Tramite il prestito, non è ne lo studente ne la sua famiglia che deve supportare i costi (alti) delle università inglesi. Chi paga, alla fine, è il laureato e solo una volta che trova un lavoro redditizio. Il mio consiglio è quindi di non lasciarvi scoraggiare dai possibili incrementi delle tasse.

Per piu' informazione sui prestiti visitate il sito: Student Loan

28 marzo 2012

FUGA DEI CERVELLI: IL SUD EUROPA EMIGRA IN GERMANIA


Sole 24 Ore - La campagna per reclutare giovani "cervelli", in Germania, si è intensificata negli ultimi tempi, battendo soprattutto i paesi del Sud Europa più colpiti dalla crisi: Spagna, Portogallo, Grecia. Un flusso migratorio forte si è messo in moto dai PIIGS verso il cuore dell'Europa. 

Nel 2011 la differenza dello stock di immigrati registrati nell'anno in Germania è stato il più alto da un quinquennio, secondo Destatis (l'ufficio federale di statistica), attestandosi a 169.905 unità. Oltre che da Polonia e Ungheria, aumenti consistenti si registrano proprio dagli Stati dell'euro-crisi. Nell'ordine: Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. L'Irlanda, di lingua inglese, segue altre rotte. Il motore tedesco ha bisogno di lavoratori stranieri specializzati per tenere il passo con l'invecchiamento della popolazione: le previsioni stimano in mezzo milione le posizioni che verranno coperte ogni anno da oltreconfine dopo il 2015.

L'ufficio federale dell'impiego di Bonn ha da tempo un programma dedicato all'estero, in cooperazione con Eures, il servizio della commissione Ue per la "mobilità professionale". In Germania il tasso di senza lavoro tra gli under 24 è sotto l'8% (nell'Eurozona va meglio solo l'Olanda, anche se in Olanda una gran parte della popolazione lavora part-time) mentre in Spagna si sfiora il 48%, in Grecia pure, in Italia e Portogallo il 30%. La nuova migrazione dell'eurozona, dunque, continuerà. Le avanguardie si stanno già posizionando: il Goethe Institute l'anno scorso ha visto un boom di iscrizioni.