10 novembre 2010

FUGA DEI CERVELLI ANCHE DALL'INGHILTERRA?

Io e Il Fatto Quotidiano non andiamo proprio d'accordo sul settore delle universita' e della fuga dei cervelli. In un articolo dell'8 Ottobre 2010 intitolato "Tagli alla ricerca, anche il Regno Unito si prepara alla fuga dei cervelli" il giornalista dice che i tagli ai contributi statali per le universita' inglesi, necessari per ridurre il deficit del Regno Unito (che al momento e' il piu' alto di Europa all'11%), faranno scappare molti studenti e ricercatori dagli atenei del UK. L'articolo pero' non prende in considerazione il probabile incremento delle tasse universitarie che saranno piu' che sufficenti a compensare i tagli statali.

Ecco il mio commento:

I tagli alle universita’ inglesi non saranno cosi’ drammatici come fa credere l’articolo. Questi tagli, infatti, saranno compensati da un incremento delle tasse universitarie che al momento hanno un tetto di £3240 pound. Universita’ di prestigio come Oxford e Cambridge potrebbero arrivare a far pagare sopra i £9000 pound se i suggerimenti della Browne Review diventeranno realta’ (cosa non ancora sicura).

Questo dovrebbe impedire a un grosso numero di studenti di andare all’universita, specialmente a quelli che provengono da situazioni piu svavoreggiate. L’Inghilterra pero’, a differenza dell’Italia, ha un sistema di prestiti per gli studenti molto efficiente.

In Inghilterra tutti gli studenti europei hanno accesso a prestiti agevolati tramite la student loan company che gli permette di pagare tutte le tasse universitarie e parte del costo della vita quotidiana (1000 pound a trimestre). Una volta laureati, gli studenti devono ripagare il debito solo una volta che guadagnano almeno 15,000 pound (secondo la Browne Review questo threshold dovrebbe salire a 21,000 pound). La quota che il laureato deve ripagare è determinata dal suo salario, dovrà infatti pagare il 9% della sua busta paga mensile. Se dopo 25 anni il debito non è ripagato completamente, il rimanente viene ripagato dallo stato.

Questo sistema è efficiente perché da la possibilità alle università di diventare autosufficienti senza dover pesare troppo sullo stato. E’ anche un sistema che non sfavoreggia le classi meno abbienti per due motivi:
 

  1. I laureati meno fortunati che non riusciranno a trovare un lavoro redditizio dopo l’università’ non sono obbligati a ripagare il debito e sono protetti dallo stato che copre questo rischio. Se i laureati dovessero trovare un lavoro appena oltre il threshold di 15,000 pound (o 21,000 pound secondo le nuove proposte) le rate per ripagare il debito rimangono comunque proporzionali al reddito (il 9%).
  2. L’82% dei lavoratori inglesi non ha una laurea (in Italia l’86%) (Nicholas Barr 2004). Inoltre, il 90% del 18% dei lavoratori che hanno una laurea vengono dalle classi sociali più alte. Finanziare l’università tramite le tasse è quindi un sistema estremamente regressivo dove le classi sociali più basse finiscono per finanziare gli studi dei figli delle classi sociali più alte (guardate post del 17 Ottobre 2010).

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