Il senato ha approvato una misura che prevede sconti fiscali per i cervelli in fuga che decidono di rientrare in terra natia. Gli sconti saranno dell'80% per le donne e del 70% per gli uomini e saranno applicati solamente se i "cervelli" rimarranno in Italia per almeno 5 anni (e finiranno nel 2013). In caso di espatrio prematuro la misura prevede delle sanzioni che annullerebbero i benefici dello sconto iniziale.
Questa misura non può essere criticata dato che (almeno) riconosce il problema dei “cervelli in fuga”, ma il provvedimento cerca di risolvere il problema dalla parte sbagliata.
I giovani Italiani non si spostano dall'Italia alla ricerca di paradisi fiscali... se ne vanno perché in Italia non esistono i lavori che i giovani vorrebbero fare e, sicuramente, non esistono alle condizioni (non spropositate) che vorrebbero avere.
Per incentivare, veramente, il rientro dei cervelli in fuga, bisogna puntare sulla meritocrazia e sulla formazione in modo concreto, non ripetere il concetto all’esasperazione per pura demagogia.
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