11 gennaio 2011

THE NEGATIVE IMPACTS OF SCRAPPING UNIVERSITY GRANTS IN THE UK.

In a society stifled by high debts, forced to prioritise between vital services such as adequate pensions for the elderly, good healthcare, unemployment benefits and an infrastructure system which can promote growth within the economy, the recent UK higher education reform has always seemed to me the perfect compromise between giving people the opportunity to go to university and avoiding a further burden on the state.

Having a free market for tuition fees, where the universities which give students the best prospects of a rewarding career charge higher taxes, combined with a fair student loan system (where, compared to a standard loan, the state bears all the risks involved) repayable only when the graduate earns a decent salary, is a good strategy to make sure the quality of education is not impaired to favour access.

The main criticism of the student loan system is the fact that students from poorer backgrounds are much more debt averse than those from middle-class or higher-class families. So although, in theory, a student loan system does provide a level playing field where everyone who wishes to go to university has the opportunity to do so, the practice is quite different. My support for the university reform in the UK was justified on the basis that this practical disequilibrium was adjusted by increasing the number of targeted grants to facilitate higher education involvement from the poorer students.

Recently, however, I have heard in the news that these grants, which were a fundamental pillar of the reform (and of the Browne Review), are to be scrapped as they are considered unaffordable (this is not going to improve the reputation of the many Lib Dem MPs who had already reneged their promises of voting against any rises in tuition fees). This move is, to me, a step too far that fails to understand how debt adverse lower class students are and, in doing so, will result in greater inequalities in the country

7 gennaio 2011

LO STORE DI UNIINGHILTERRA.

Pochi giorni fa ho introdotto uno 'store' al mio blog. Tramite questo potrete acquistare libri e DVD che vi aiuteranno a passare i test di ammissione (GMAT, IELTS e TOEFL), che vi daranno informazioni sulle università inglesi e italiane, e che descriveranno, in modo più o meno serio, gli stili di vita di oggi, e del passato, degli studenti universitari in queste due nazioni. Spero che i miei suggerimenti potranno esservi utili e piacervi. Let me know!

4 gennaio 2011

Il GMAT.

Per accedere ai migliori MBA e dottorati in Europa e in America, è fondamentale prendere un buon punteggio al cd. GMAT.

Questo test è simile all’IELTS o al TOEFL per i corsi undergraduate in quanto, anche questo, serve ad attestare la padronanza della lingua inglese. La differenza è che all’interno del test sono inclusi anche quesiti di matematica e grammatica. Il test, infatti, deve essere sostenuto anche da madrelingua inglesi.

Il GMAT è un computer-adaptive test, dove la difficoltà delle domande dipende dalla correttezza delle risposte date precedentemente (se il test diventa più difficile state quindi andando bene).

I punteggi vanno da 200 a 800. Per i corsi più richiesti, come quelli della London Business School, è necessario prendere un punteggio molto alto: almeno 700.

Per prepararsi a questo esame potete utilizzare i programmi disponibili sul sito ufficiale del GMAT (gratuiti), oppure potete ordinare CD e libri che vi aiuteranno a prepararvi al meglio. Per sostenere il test è obbligatoria la prenotazione e si deve pagare una tassa di 250 dollari. Nel caso non si dovesse passare o prendere un voto di vostro gradimento ci si può iscrivere di nuovo dopo 32 giorni. La prova si può ripetere sino a cinque volte l’anno.

In Italia il test può essere fatto sia a Milano che a Roma. Guardate il sito ufficiale per organizzare un appuntamento.

Chi non è madrelingua deve comunque accompagnare il risultato del GMAT con un certificato IELTS o TOEFL e, naturalmente, dovrà aver preso un minimo di 6.5/7 o 600 rispettivamente per accedere alle università più prestigiose.