Sole 24 Ore - La campagna per reclutare giovani "cervelli", in Germania, si è intensificata negli ultimi tempi, battendo soprattutto i paesi del Sud Europa più colpiti dalla crisi: Spagna, Portogallo, Grecia. Un flusso migratorio forte si è messo in moto dai PIIGS verso il cuore dell'Europa.
Nel 2011 la differenza dello stock di immigrati registrati nell'anno in Germania è stato il più alto da un quinquennio, secondo Destatis (l'ufficio federale di statistica), attestandosi a 169.905 unità. Oltre che da Polonia e Ungheria, aumenti consistenti si registrano proprio dagli Stati dell'euro-crisi. Nell'ordine: Grecia, Spagna, Portogallo e Italia. L'Irlanda, di lingua inglese, segue altre rotte. Il motore tedesco ha bisogno di lavoratori stranieri specializzati per tenere il passo con l'invecchiamento della popolazione: le previsioni stimano in mezzo milione le posizioni che verranno coperte ogni anno da oltreconfine dopo il 2015.
L'ufficio federale dell'impiego di Bonn ha da tempo un programma dedicato all'estero, in cooperazione con Eures, il servizio della commissione Ue per la "mobilità professionale". In Germania il tasso di senza lavoro tra gli under 24 è sotto l'8% (nell'Eurozona va meglio solo l'Olanda, anche se in Olanda una gran parte della popolazione lavora part-time) mentre in Spagna si sfiora il 48%, in Grecia pure, in Italia e Portogallo il 30%. La nuova migrazione dell'eurozona, dunque, continuerà. Le avanguardie si stanno già posizionando: il Goethe Institute l'anno scorso ha visto un boom di iscrizioni.